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Natale e disturbi alimentari, ecco come difendersi dai cibi che fanno paura

Redazione Universonotizie.it Da Redazione Universonotizie.it
17 Dicembre 2025
in Salute
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Natale e disturbi alimentari, ecco come difendersi dai cibi che fanno paura
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(Adnkronos) – Pranzi, cene, aperitivi con un unico fattor comune: il cibo e le tavole imbandite. Il Natale è, infatti, la festa che probabilmente più di tutte associa il piacere di ritrovarsi tra amici e parenti con l’irrinunciabile rito di mettersi a tavola insieme per divertirsi e vivere momenti da ricordare. Diventa quasi obbligatorio essere felici e connessi con l’atmosfera natalizia, ma per chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare (Dca) il Natale può diventare un periodo per sentirsi più esposto, più stanco e più in difficoltà. In special modo le occasioni (come appunto le festività), che vedono il cibo come uno dei protagonisti principali dei momenti conviviali, fanno riaffiorare paure e momenti di sofferenza. Uno di questi in particolare riguarda i 'fear-food', ovvero tutti quegli alimenti o categorie di alimenti che chi soffre di un disturbo alimentare evita rigorosamente perché generano ansia o paura intensa. “I fear-food non sono davvero i nemici, sono simboli – spiega Giuseppe Magistrale, psicoterapeuta e co-founder di Lilac-Centro Dca – rappresentano ciò che il disturbo teme maggiormente: la perdita di controllo, il giudizio, il cambiamento del corpo". Nasce da questi presupposti la guida ai 'fear-food' di Lilac-Centro Dca, digital health tech startup prima realtà in Italia che si pone l’obiettivo di creare un modello innovativo per il trattamento dei disturbi alimentari, curata in collaborazione con la biologa nutrizionista Luna Pagnin, che si sviluppa in un percorso in 7 step (più un esercizio finale) creato non per dire cosa fare, ma per fornire possibili strumenti utili. “I fear-food non si superano forzandosi o togliendosi il pensiero, ma imparando a stare accanto alle emozioni che evocano – commenta Luna Pagnin, biologa nutrizionista – In questa guida non diamo soluzioni rapide, perché non esistono, ma offriamo piccoli passi per ritrovare sicurezza nel piatto e nel proprio corpo, senza giudizio. È uno spazio di accompagnamento, non una cura: uno strumento per sentirsi un po’ meno soli nei momenti più difficili". “È cruciale poi ricordare – aggiunge Giuseppe Magistrale – che il percorso di riavvicinamento ai 'fear-food' è strettamente personale e non lineare: è fondamentale procedere con gentilezza verso sé stessi, rispettare i propri tempi e, se necessario, non esitare a cercare un supporto professionale qualificato". Step 1) La tua lista dei 'fear-food' Potresti scrivere una lista dei cibi che ti fanno più paura, dal meno al più difficile. Come per esempio, pane bianco, pasta al pesto, pizza, croissant, gelato. Trattala come una to do list di libertà: ogni volta che affronti un cibo, metti una spunta e scrivi perché ti spaventa e come ti fa sentire. Step 2) Abbinalo a un 'safe-food' Mangiare un 'fear-food' accanto a un cibo che fa sentire più sicuri può aiutare il corpo e la mente a rilassarsi. Per esempio pizza con le verdure preferite, biscotti con yogurt, pasta al pesto con una porzione di un alimento proteico come formaggio, pesce o carne. "L’obiettivo – aggiunge Magistrale di Lilac-Centro Dca – è cercare di normalizzare il cibo, non controllarlo. Bisogna ricordarsi che nessun alimento è proibito, è l’etichetta che gli diamo noi a renderlo tale”. Step 3) Prepara il contesto giusto Mangiare un 'fear-food' in un contesto accogliente potrebbe aiutarti a ridurre l’ansia. “Potresti scegliere un luogo dove ti senti al sicuro (casa, un bar tranquillo, con una persona di fiducia) – spiega Giuseppe Magistrale – e poi mangiare il ‘fear-food’ lentamente, ascoltando il gusto, il profumo, la consistenza, ma soprattutto restare presente.” Step 4) La tua 'fear-food' routine. Prima di mangiare può essere utile ripetere una frase di forza come 'sono pronta/o a fare spazio alla libertà' o 'ogni boccone difficile diventerà semplice se me ne do l’occasione'. Durante il pasto prova a notare il respiro e non il pensiero e dopo prova a dare spazio a una “decompressione gentile” come una passeggiata lenta, chiama una persona amica o ascolta una canzone preferita. Step 5) Razionalizza con le affermazioni. Prova a scrivere una lista di frasi (o post-it) che ti aiutino a ricordare che il cibo non è pericolo, ma un compagno di vita, un bisogno primario, una soddisfazione insieme ad altre della vita. Step 6) Affronta le paure con gentilezza. Quando la paura sale prova a respirare profondamente per 1 minuto e cerca i punti di appoggio (prova a sentire l’appoggio dei tuoi glutei, i piedi a terra, la schiena appoggiata). Ricorda che l’ansia raggiunge un picco e poi scende, non dura per sempre. “Se poi affrontare questa sfida da soli è troppo non significa aver fallito – specifica Magistrale – ma significa che si sta riconoscendo un proprio bisogno. Rispettare i propri limiti è un atto di cura. Chiedere supporto a un professionista può essere un modo potente per capirsi meglio e non sentirsi più soli".  Step 7) Celebra ogni conquista. Ogni volta che affronti un 'fear-food' potrebbe essere utile tenere traccia di come ti ha fatto sentire prima, durante e dopo e far caso se la paura si è ridotta nel tempo. Esercizio finale. Utilizzando i precedenti step puoi provare a creare il tuo 'diario della libertà' con un semplice schema che riporti data, 'fear-food' ed emozione provata/frase di forza. 
—cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Tags: adnkronossalute
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