(Adnkronos) – "Nell'ambito dell'Alzheimer dobbiamo cambiare il rapporto tra l'individuo, la società e la malattia. Ci sono lutti affettivi e lutti culturali. In questo caso i due interagiscono. E la rabbia, quella feroce, che arriva al momento della diagnosi, la rabbia del paziente, del familiare, del caregiver, della società intera che viene coinvolta, si fa rivolo di un percorso che noi oggi vogliamo far scorrere, dialogare. I pazienti chiedono originalità di strategie, tanto amore e determinazione", in una "logica di rete". Lo ha detto Adele Patrini, presidente di Fondazione per la sostenibilità sociale, all'incontro con la stampa sulla 'Una nuova governance per l'Alzheimer', organizzato oggi in Senato. "A promuovere l'iniziativa – continua – ci ha spinto una sfida di carattere non solo scientifico, ma culturale, etico, organizzativo, antropologico, filosofico: traghettare la salute in una logica di sostenibilità sociale dove l'ambiente, le persone, gli animali si integrano in una chiave di lettura One Health". "La sfida è notevole – osserva Patrini – perché siamo nell'era della medicina del dialogo, del rapporto paritario medico, paziente, istituzioni, cittadini e terzo settore. Stiamo attraversando un momento storico dove dal concetto di 'welfare state' siamo passati a un concetto di 'welfare community', dove ogni singolo cittadino e la comunità intera devono concorrere responsabilmente al raggiungimento e al mantenimento della salute. Ma il presupposto imprescindibile di questa evoluzione – sottolinea – è la comunicazione empatica e relazionale che drena, muove le risorse e crea risposte ai bisogni. La vera sfida della nostra era – rimarca – è comunicare e rendere partecipi i cittadini. Soprattutto quando si parla di Alzheimer è importante investire sulla comunità. Questa è la nuova chiave di lettura, una community building che si prefigge di integrare e di analizzare il valore di una comunità nell'innovare le politiche pubbliche e nel costruire reti sociali all'interno di tre concetti fondamentali in sanità: multidisciplinarietà, personalizzazione e rete". Nel dettaglio, "multidisciplinarietà – chiarisce – è un modo d'essere e di pensare. Significa che più figure rigorosamente sintonizzate tra di loro lavorano in assoluta collegialità per produrre una cura che deve essere espressione di libertà, ricerca, scambio di saperi, considerazione della persona, formazione e solidarietà. La personalizzazione è il punto di forza perché aiuta a ottimizzare le risorse e la rete. Mai come in questo momento storico – conclude Patrini – qualunque tipo di offerta va ottimizzata in una logica di rete".
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